Mercoledì, 28 Agosto, 2013 - 06:00

«Oggi, amici miei, vi dico: ho un sogno». Era il 28 agosto del 1963 quando Martin Luther King pronunciò queste parole davanti al Lincoln Memorial di Washington. Parole importanti, parole di un discorso contro il razzismo che allora scosse le coscienze di migliaia di americani. Parole che oggi, a esattamente 50 anni di distanza, ancora colpiscono nel profondo.

E quando lasciamo risuonare la libertà, quando le permettiamo di risuonare da ogni villaggio e da ogni borgo, da ogni stato e da ogni città, acceleriamo anche quel giorno in cui tutti i figli di Dio, neri e bianchi, ebrei e gentili, cattolici e protestanti, sapranno unire le mani e cantare con le parole del vecchio spiritual: "Liberi finalmente, liberi finalmente; grazie Dio Onnipotente, siamo liberi finalmente"


Queste le battute conclusive di I have a dream” ("Ho un sogno")

Martin Luther King - pastore protestante, politico e attivista statunitense, leader dei diritti civili - nato ad Atlanta il 15.1.1929 fu assassinato a Memphis il 4.4.1968. Alle 18.01 King uscì sul balcone del secondo piano del motel ove alloggiava in quei giorni: fu subito colpito da un colpo di fucile di precisione alla testa; trasportato in ospedale i medici constatarono gli irreparabili danni cerebrali. La sua morte fu annunciata alle 19.05. Per tale delitto fu condannato James Earl Ray, ma ancora oggi non tutto è chiaro della cospirazione che costò la vita al leader della "rivoluzione nera".

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