A seguito dell’“Accordo quadro” per la realizzazione di un’offerta di servizi educativi a favore di bambini dai due ai tre anni sancito in sede di Conferenza Unificata lo scorso 1° agosto, il Dipartimento per l’Istruzione del MIUR ha incontrato le Organizzazioni Sindacali confederali e di categoria per illustrare il contenuto del nuovo accordo, di validità biennale, che sostanzialmente ripropone quanto già contenuto nei precedenti accordi, in particolare quello del 14.6.2007.
L’offerta di servizio educativo per bambini di età compresa tra i 24 e i 36 mesi è da intendersi come servizio socio-educativo integrato e aggregato alle attuali strutture delle scuole dell’infanzia ed eventualmente dei nidi d’infanzia.
Al fine di assicurare qualità e funzionalità, i progetti educativi dovranno
- assicurare locali e spazi idonei sotto il profilo funzionale e della sicurezza, allestiti con arredi e materiali in grado di qualificare l’ambiente educativo
- assicurare, altresì, un orario di funzionamento che preveda un modulo orario compreso tra le cinque e le otto ore giornaliere
- prevedere un rapporto numerico educatori-bambini che, nel rispetto delle leggi regionali, non sia superiore a 1:10
- prevedere, infine, una dimensione contenuta del gruppo omogeneo di età che può variare tra i 10 e i 20 bambini in base al modello educativo ed organizzativo adottato.
Per il funzionamento delle “sezioni primavera” gli Uffici Scolastici Regionali (USR) e le Regioni - sentite le ANCI regionali - dovranno stipulare apposite intese nelle quali definire il soggetto istituzionale (Regione o USR) che provvederà alla gestione unitaria amministrativa, finanziaria e di controllo/verifica.
Lo Stato, le Regioni e i Comuni concorrono al funzionamento del servizio sulla base delle rispettive risorse finanziarie: il MIUR, il Dipartimento delle politiche per la famiglia e il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali mettono annualmente a disposizione del servizio specifiche risorse che si aggiungono ai contributi quantificati in sede di definizione dell’intesa regionale.
In caso di mancata sottoscrizione della suddetta intesa regionale, la programmazione e la gestione del servizio è rimessa alla competenza degli USR.
I Comuni concorrono al funzionamento delle “sezioni primavera” con proprio apporto di risorse strumentali e umane. In sede di intesa regionale sono definiti i criteri di massima della contribuzione richiesta alle famiglie.
I gestori dei servizi procedono, di norma, alla conferma del personale educativo/docente impiegato in precedenza nei progetti educativi; in assenza di un profilo professionale unico di settore, il personale è assunto con riferimento, per quanto applicabile, al CCNL del settore in cui è inserita la “sezione primavera”.
Sono confermati: a) in sede nazionale, il “Gruppo paritetico nazionale”, quale cabina di regia del progetto; b) in sede regionale, il “Tavolo tecnico di valutazione”. In sede locale, il Comune è riconosciuto come soggetto “regolatore” della nuova offerta educativa.
I dirigenti MIUR hanno comunicato per il biennio 2014-2015 la previsione di finanziamenti sul bilancio del MIUR pari a circa 12 milioni di euro.
Cisl e Cisl Scuola - nell’accogliere positivamente la stipula del nuovo accordo - hanno ribadito la necessità:
- di verificare la possibilità di integrare le risorse del MIUR a copertura del periodo settembre-dicembre 2013 in attesa della effettiva destinazione della quota per il 2014
- che il nuovo accordo sia inoltrato agli USR con l’indicazione della tempistica per le varie operazioni, sia per quanto riguarda le contrattazioni regionali, sia per la conferma e l’eventuale istituzione di nuove sezioni, evidenziando e superando le criticità emerse nel monitoraggio effettuato dal MIUR nel 2010 (in particolare l’iscrizione alle sezioni di bambini con età inferiore ai 24 mesi);
- che il “Tavolo tecnico di valutazione” effettui un attento monitoraggio durante e alla fine dell’anno scolastico, per assicurare che criteri e condizioni indicati nell’Accordo-quadro siano, di fatto, applicati.
Cisl e Cisl Scuola, inoltre, hanno sollecitato un attento monitoraggio anche a livello nazionale in grado di individuare disfunzioni, criticità ed eventuali mancanze del progetto educativo-formativo, consentendo in tal modo quelle modifiche e quegli accorgimenti atti a superare la fase sperimentale per l’avvio alla stabilizzazione del servizio, fortemente richiesto dalle famiglie e, altresì, necessario per favorire gli apprendimenti nella primissima infanzia, come raccomandato dalla Comunità Europea che ravvisa negli investimenti per la prima infanzia uno degli obiettivi europei per il 2020.