La decisione di proclamare lo sciopero della categoria si è resa alla fine inevitabile, scaduti anche i "tempi supplementari" che abbiamo voluto concedere all'Amministrazione nell'incontro di tentata conciliazione di martedì scorso. In quella sede, infatti, ancora una volta il MIUR - e con la diretta partecipazione della vice capo di Gabinetto - ci ha confermato di condividere sostanzialmente una nostra lettura del quadro normativo che esclude, in modo netto, la legittimità di una decurtazione delle risorse che alimentano il Fondo Unico Nazionale. Il loro ammontare, non a caso, era stato calcolato dal MIUR nei modi e nelle quantità riferite ai sindacati già nel dicembre 2012. E la posizione del MIUR - come in sede di conciliazione ci è stato documentato - è stata ribadita direttamente dalla ministra Carrozza al titolare del Ministero dell'Economia, in un ennesimo sollecito a rimuovere per via amministrativa gli ostacoli frapposti alla piena attuazione delle intese contrattuali. Questa la ragione che ci ha portati ad accogliere la richiesta di rinviare alla mattinata successiva la conclusione del tentativo di conciliazione, in attesa di un'eventuale risposta del MEF. Risposta che non è venuta, portandoci a prendere atto dell'impossibilità di conciliare e a proclamare lo sciopero per il 14 febbraio.
Non avevamo altra scelta. Da troppi mesi attendiamo di veder risolta una divergenza tra ministeri di cui non si viene a capo e della quale siamo noi, dirigenti scolastici, a pagare le conseguenze. Troppi mesi, che tolgono anche credibilità alle assicurazioni di cui in queste ore altre organizzazioni sembrano dirsi soddisfatte, vantando risultati che è davvero difficile considerare tali. Non si tratta, ovviamente, di scarsa considerazione per i nostri più diretti interlocutori al MIUR, la cui affidabilità sconta però inevitabilmente la totale sordità mostrata finora dal MEF alle nostre ragioni (ancorché da loro stessi condivise). Anche il tentativo di trasferire i contenuti del decreto legge sugli scatti di anzianità del personale scolastico nel disegno di legge "milleproroghe", per sottrarre il provvedimento a prevedibili assalti emendativi, la dice lunga su quanto possa essere ardua la via da percorrere per eventuali interventi di tipo legislativo.
Restano dunque tutte intere per la Cisl Scuola, in un contesto che vede iniziative vertenziali diversificate pur su obiettivi da tutti condivisi, le ragioni di un'azione di sciopero indetta congiuntamente a Uil Scuola e Snals, che si rivela in questo frangente quanto mai opportuna e necessaria, per la durezza dell'attacco portato alle retribuzioni del personale e per la messa in discussione inaccettabile di un contratto già sottoscritto.
E' naturale che la questione assuma livello diverso, chiamando in causa il governo nella sua collegialità, se perdura l'impossibilità di un'intesa tra dicasteri. E al governo va posta, anche in questo caso, la ferma richiesta di essere coerente con le dichiarazioni che fa: se la scuola è un settore di importanza fondamentale, come si dice, e che si dibatte tra mille criticità, come afferma la ministra anche nella sua recente comunicazione al Senato, se ne traggano le conseguenze e si diano a chi lavora nella scuola - nel caso dei dirigenti con ruoli comportanti anche notevoli responsabilità - segnali di diversa e più alta attenzione.