Il nostro Paese ha il suo dodicesimo presidente della Repubblica: alla quarta votazione con 665 voti - ben oltre i 505 necessari - è stato eletto Sergio Mattarella. "Il pensiero - sono state le prime parole del nuovo Capo dello Stato - va soprattutto e anzitutto alle difficoltà e alle speranze dei nostri concittadini. E' sufficiente questo".
Il Giuramento avverrà martedì alle 10 davanti al Parlamento riunito in seduta comune.
Rendiamo omaggio al neo eletto presidente della Repubblica esprimendo soddisfazione e grande apprezzamento per più di una ragione. Anzitutto per il significato che la sua figura assume su un versante di fondamentale rilievo per il nostro paese, il contrasto e la lotta alla mafia, da cui proprio gli affetti familiari del neo presidente sono stati così duramente toccati.
Poi per le doti personali di intelligenza, rettitudine, mitezza, attenzione e disponibilità al dialogo che lo pongono in netto e positivo contrasto con i tratti più deteriori della politica di oggi, troppo spesso arrogante, insipiente, vuota e corrotta. Un galantuomo, insomma, merce sempre più rara ma indispensabile per ricucire il rapporto tra cittadini e potere, restituendo a quest’ultimo dignità e prestigio.
Ma noi che siamo gente di scuola non possiamo non ricordare che Sergio Mattarella è stato un ottimo ministro della pubblica istruzione, anche se per un solo anno (dal 22 luglio 1989 al 27 luglio 1990), essendosi dimesso per ragioni e con uno stile che ne accrescono la statura morale e politica.
Un anno solo, ma quanto mai fecondo e proficuo: che vide una grande Conferenza Nazionale sulla scuola, esperienza di coinvolgimento e dibattito mai più ripetuta a quel livello di profondità nella riflessione e nell’elaborazione sui temi del sistema educativo e formativo; e che vide anche giungere all’approvazione una delle migliori riforme che il nostro sistema scolastico abbia mai avuto, la legge 148 sulla scuola elementare, con la “rivoluzione” dei moduli destinata a cambiare radicalmente organizzazione e comportamenti di un’intera classe docente.
Anche oggi sulla scuola sono aperti cantieri di innovazione i cui lavori sembrano talvolta procedere più sotto la spinta dell’ambizione che della competenza. Avere al Quirinale un presidente che di governo della scuola ha avuto diretta e così significativa esperienza può rappresentare, pertanto, presidio e garanzia di serietà. Auguri di cuore, presidente Mattarella![dal sito www.cislscuola.it