Nelle informative, in materia, dell’8 e del 17 giugno 2016 - premesso che la Cisl Scuola ritiene non più differibile il concreto avvio di una procedura valutativa dei dirigenti scolastici all’interno del SNV definito dal dPR 80/2013 - sono state avanzate all’amministrazione specifiche richieste emendative alla bozza di documento presentato alle organizzazioni sindacali.
Di seguito, quelle ritenute fondamentali dalla Cisl Scuola.
- La valutazione dei risultati dell’azione dirigenziale non può che essere riferita esclusivamente alle competenze organizzative e gestionali direttamente pertinenti alle responsabilità ordinamentali e contrattuali poste in capo ai dirigenti scolastici.
- La procedura valutativa (assegnazione degli obiettivi in sede di conferimento dell’incarico, rilevazione dell’azione dirigenziale finalizzata al conseguimento degli stessi e dei risultati effettivamente raggiunti) si conclude con la valutazione finale del direttore generale USR, rimettendo però alla contrattazione integrativa regionale la determinazione della retribuzione di risultato rispettando il principio della differenziazione retributiva (escludendo l’attribuzione cosiddetta “a pioggia”). Per evitare un’eccessiva proliferazione dei criteri e dei parametri di differenziazione, si chiedeva una fase di concertazione, o intesa, o meglio ancora contrattazione integrativa nazionale, finalizzata alla massima omogeneizzazione possibile dei suddetti criteri.
- La presenza, nei nuclei di valutazione, di un dirigente scolastico in servizio, rendendo permanenti - e non limitate al primo triennio di applicazione - specifiche iniziative formative.
- Nella definizione dei livelli di raggiungimento degli obiettivi, evitare giudizi di valore (eccellente, molto buono, buono) che potessero riferirsi al dirigente scolastico e non ai risultati.
- L’azione valutativa - sia di prima istanza dei nuclei che quella finale dell’USR - deve tener conto non solo delle condizioni di contesto ma anche delle risorse (finanziarie, strumentali e professionali) evidenziate da ciascuna istituzione scolastica nel PTOF, nel RAV e nel PDM, nonché degli indicatori dell’INVALSI inutilmente attesi da oltre un anno e mezzo.
Nel testo finale della direttiva (emanata il 28 giugno, cui dovrà seguire quello delle relative "Linee Guida") sembra essere risultata prevalente all’interno del MIUR una linea di “ragionevolezza” e di maggiore attenzione sia ai rilievi espressi dalle organizzazioni sindacali, sia a quanto contenuto nelparere espresso unanimemente dal CSPI.
Infatti:
- si riconduce esplicitamente la valutazione dei risultati direttamente pertinenti all’azione e alle responsabilità di natura organizzativa e gestionale dei DS;
- viene sancita la presenza dei DS nei nuclei di valutazione;
- è riaffermato il ruolo della contrattazione integrativa regionale nella determinazione della retribuzione di risultato, anche se viene mantenuto, a nostro giudizio incoerentemente, un vincolo percentuale che condiziona l’applicazione del principio della differenziazione retributiva (riferito al raggiungimento dei risultati: pieno, avanzato, buono).
Benché sia riconosciuta l’esigenza di omogeneizzazione nazionale dei criteri attuativi della differenziazione, questa viene affidata alla responsabilità unilaterale dell’Amministrazione centrale anziché essere demandata a una sede pattizia.
In conclusione, pur prendendo atto di significativi passi avanti rispetto al testo originario del documento, frutto di un’interlocuzione attivamente sostenuta in queste settimane dalla Cisl Scuola e dalle altre organizzazioni sindacali, alcune delle criticità da noi evidenziate non sono state risolte. Non consideriamo peraltro chiusa la “partita”, pronti a riprenderla in previsione della stesura finale delle Linee Guida, successivamente alla registrazione della Direttiva da parte della Corte dei Conti.