Celebrare la giornata dell’8 Marzo è un’occasione unica per prestare attenzione alla voce delle donne italiane e del mondo intero. È una ricorrenza necessaria per ricordare da un lato le discriminazioni e le violenze che ancora vessano l’universo femminile in ogni parte del mondo e dall’altro celebrare le conquiste sociali, economiche e politiche avvenute non solo nei confronti delle donne, ma anche grazie ad esse.
È innegabile che dall’inizio del XX secolo ad oggi siano stati compiuti notevoli passi avanti verso la parità e ciò grazie al coraggio, alla competenza, alla moralità di donne che sono diventate simbolo di emancipazione e impegno socio-politico. Sono state in molte a battersi per dare a tutte noi un futuro migliore e più dignitoso. Ecco perché oggi vorremmo evitare i soliti commenti sulla lotta tra generi e invece celebrare i talenti, la forza creatrice, la dolce caparbietà, la fede certa, la passione, l’intelligenza pratica, i valori che ci caratterizzano. La lotta alla discriminazione di genere, infatti, non può prescindere da una concreta ed effettiva condivisione del valore delle donne che quotidianamente si dividono tra famiglia e lavoro come delle vere “equilibriste”, così come Save the Children le ha definite nel suo ultimo rapporto che analizza la situazione in cui si trovano lavoratrici e mamme in Italia. Lo scenario che ne emerge è decisamente critico, purtroppo. Ecco perché vogliamo ricordare agli uomini quanta ricchezza abbiano accanto e alle donne quanto valgano, coltivando maggior apprezzamento e un po’ di sana autostima che secoli di patriarcato hanno oscurato.
Non dovremmo dimenticare mai che siamo figlie di Tina Anselmi, lottatrice corretta, persona umile, solare, determinata nel difendere la pace e la democrazia. Fondatrice della nostra CISL con Pastore, ha combattuto per i riconoscimenti politici e sociali delle donne italiane. La nostra Anselmi è esempio della forza innovatrice femminile, capace di costruire qualcosa per sé e per tutti come la legge per la parità di trattamento tra uomini e donne nel mondo del lavoro, la legge 194 sulla tutela sociale della maternità e l’interruzione volontaria di gravidanza. Tre grandi conquiste sociali del nostro Paese ottenute grazie alla capacità di dialogo e di mediazione di cui era indubbiamente capace. Non si è mai risparmiata e con coraggio e grande fede ha saputo portare, in una politica fino ad allora prettamente maschile, una visione del mondo che ancora oggi la CISL condivide, riconoscendo il valore della maternità quale bene da tutelare e da incentivare anche in vista di un sano progresso del Paese in termini di crescita e sviluppo sociale, economico e valoriale. Come CISL continuiamo a lavorare affinché la politica impari a considerare la protezione della maternità come un bene pubblico e una responsabilità collettiva. Non solo. Cerchiamo di dialogare con la politica e la società tutta, mettendo in discussione modelli e disposizioni normative che non sono più al passo coi tempi.
Le rilevazioni di ODM Consulting, società di consulenza di Gi Group,riportate sul Corriere della Sera dalla giornalista Irene Consigliere, ha sottolineato come, nel primo semestre 2022, la differenza di stipendio tra uomo e donna sia ancora una realtà tangibile. Impiegati, dirigenti e operai maschi guadagnano in media il 10% in più delle colleghe sebbene più di una lavoratrice su quattro risulti sovra istruita rispetto al proprio impiego.
Eppure, come afferma Maurizio Ferrera, professore alla facoltà di Scienze Politiche dell’Università degli Studi di Milano, proprio “il lavoro delle donne farà crescere l’Italia” sia perché garantisce maggiore ricchezza alle famiglie sia perché la richiesta aggiuntiva di servizi che ne deriverebbe, agirebbe come motore per una crescita economica e sociale. È fin dai suoi esordi che la CISL difende e sostiene la persona e le sue peculiarità, anche attraverso l'istruzione e l’educazione. Siamo infatti anche figlie di Maria Montessori, tra le prime in Italia ad ottenere la laurea in Medicina, premio Nobel per la pace nel 1950 e ideatrice di un metodo educativo adottato in migliaia di scuole in tutto il mondo. Il suo nome è legato anche a importanti iniziative femministe di inizio Novecento. Nei suoi articoli, la Montessori invitava le donne uscite dai licei e dalle università a impegnarsi nell’ambito culturale, mettendo a disposizione delle istituzioni idee, progetti e proposte che potessero liberare la donna dai ruoli stereotipati della morale convenzionale rigida in cui era costretta. Solo l’accesso all’istruzione prima e al lavoro poi ha storicamente davvero aiutato a mutare le sorti dell’universo femminile.
Come CISL Scuola condividiamo il pensiero montessoriano per cui l’istruzione è il motore dello sviluppo personale, del riscatto sociale, della piena consapevolezza e partecipazione politica. Grazie all’istruzione, le donne hanno potuto, possono e potranno affermare se stesse, uscire da quel silenzio in cui erano costrette, sottrarsi al buio sociale nel quale alcune, purtroppo, sono ancora relegate. È evidente, allora, che la scuola riveste un ruolo fondamentale nel garantire adeguata istruzione e competenze specifiche che possano permettere alle donne di rompere quel soffitto di cristallo ancora così lontano e partecipare alle scelte strategiche di aziende e società. Se l’Italia vuole crescere dal punto di vista economico, culturale e sociale e migliorare la qualità della vita di tutti, deve impegnarsi a rimuovere quegli ostacoli, difficoltà e pregiudizi che ancora rendono l’esperienza lavorativa gravosa e limitante per molte donne. È per questo che la CISL da sempre lavora fattivamente per promuovere un welfare generativo che sappia intercettare adeguatamente bisogni e cambiamenti. Sebbene uomini e donne abbiano modi diversi di fare e di pensare, la pluralità deve essere considerata da tutti una ricchezza e un’occasione di scambio e crescita.
Chi fa scuola oggi, allora, assume una precisa responsabilità verso la storia, ma soprattutto verso il futuro delle nuove generazioni. Le donne di oggi possono immaginare una vita molto diversa dalle donne di cinquant’anni anni fa grazie all’impegno di Tina Anselmi, Maria Montessori e tante straordinarie figure che si sono spese per il bene comune. Dovremmo puntare, allora, sulla scuola perché con le sue potenzialità di trasformazione sociale e culturale può portare a una vera comprensione e condivisione del valore delle donne, alla diffusione della cultura delle pari opportunità, pari diritti e pari doveri, temi su cui tutti, uomini e donne siamo chiamati a riflettere. “Le giovani donne rappresentano un grande potenziale di crescita per il nostro Paese” ha asserito anche il nostro presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, perché hanno oggi molteplici e nuovi strumenti di comunicazione, nuovi linguaggi, nuovi saperi. Siamo straordinarie figlie di Tina Anselmi, Maria Montessori, ma anche di Rita Levi Montalcini, Margherita Hack, Nilde Iotti, Oriana Fallaci, Matilde di Canossa, Alda Merini… Grazie a tutte loro, i progressi compiuti sono sicuramente incoraggianti e promettenti, ma non ancora sufficienti per poter dire che oggi Venere possa giocarsela ad armi pari con Marte. La CISL Scuola deve continuare a investire sulle donne, su donne istruite e lavoratrici, su talenti femminili che devono essere scoperti e valorizzati. La strada da percorrere è ancora lunga perciò continuiamo, uomini e donne CISL, a lavorare per la promozione dell’emancipazione femminile come obiettivo fondamentale non solo per l’esistenza di ognuna di loro, bensì per il progresso dell’intera umanità. A tutte le donne ricordiamo le parole di papa Giovanni XXIII: “Non consultatevi con le vostre paure, ma con le vostre speranze e i vostri sogni. Non preoccupatevi per ciò che avete provato e fallito, ma di ciò che vi è ancora possibile fare.”
Forza donne! Auguri a tutte.
Mariacristina Zarrella
Coordinatrice Donne - Cisl Scuola Lombardia