La Cisl sta seguendo nella vertenza sul ddl di riforma della scuola una linea chiara e coerente, segnata dagli obiettivi individuati unitariamente e dalle iniziative di mobilitazione unitariamente messe in campo per conseguirli. Del tutto pretestuoso e strumentale il tentativo di accreditare inesistenti “cambi di rotta”, attraverso letture distorte e fuorvianti di un’intervista nella quale non vi è alcuna presa di distanza, e ancor meno smentita, rispetto al percorso che unitariamente si sta seguendo nel confronto in atto col governo per ottenere sostanziali modifiche al ddl in discussione alla Camera.
Chiedere che le prerogative del dirigente si esercitino in modo condiviso, valorizzando le sedi contrattuali e partecipative, salvaguardando ruoli e competenze degli organi collegiali e dei soggetti che rappresentano i lavoratori e l’utenza; chiedere che il piano di assunzioni si estenda anche ai lavoratori precari oggi non rientranti nella platea dei destinatari; chiedere che nella valutazione dei docenti non intervengano studenti e genitori; chiedere che nella distribuzione di risorse alle scuole si privilegino attraverso criteri contrattati quelle operanti nelle aree di maggior disagio, significa riproporre punti essenziali della piattaforma di uno sciopero, quello del 5 maggio, il cui valore è ribadito con forza in chiusura dell’intervista “incriminata”.
A questa piattaforma ci siamo sempre attenuti e ci atteniamo anche in questa fase, impegnati a verificare come e quanto la dichiarata disponibilità al confronto si tradurrà, da parte del governo, nella disponibilità ad accogliere le richieste unitariamente sostenute dalle organizzazioni che quella mobilitazione hanno proclamato e guidato.
Rompere e indebolire il fronte sindacale è dunque responsabilità che in questo momento ricade per intero su chiunque inneschi e alimenti polemiche pretestuose e strumentali, rischiando di vanificare per pura smania di protagonismo il patrimonio di credibilità e di forza costruito con una grande mobilitazione e uno sciopero così ampiamente condiviso.
L’unità si costruisce mettendo assieme opinioni, culture, appartenenze diverse, individuando insieme sia gli obiettivi che le forme di lotta da mettere in campo. Questa è la regola che informa da sempre il comportamento di un sindacato vero e serio. A nessuno può essere riconosciuto il diritto di fare di se stesso e delle proprie decisioni il metro su cui misurare l’unitarietà degli altri: specie quando non si è nemmeno partecipi dello schieramento che ha promosso la mobilitazione portandola a un’ampiezza di partecipazione senza precedenti.
Viene peraltro da chiedersi che senso abbia, in questo momento, assumere come questione centrale del dibattito il cosiddetto “blocco degli scrutini”, offrendo al governo un comodo diversivo per distogliere l’attenzione dal cuore delle questioni su cui è invece indispensabile concentrare attenzione e impegno. Che il segretario della CISL dichiari di non voler confluire su iniziative decise autonomamente dai Cobas, che sono cosa ben diversa da quelle portate avanti insieme dalle organizzazioni rappresentative, non può destare alcuna sorpresa, in quanto conferma una linea di comportamento sempre seguita dalla CISL nella sua lunga storia. E’ invece molto chiaro il richiamo fatto al governo perché rispetti l’agenda di impegni sottoscritta a palazzo Chigi il 12 maggio, dando al disagio del mondo della scuola le risposte necessarie ad attenuare lo stato di tensione che si è determinato in questi mesi.
Non meritano invece risposta le affermazioni insultanti e ingiuriose che non dovrebbero mai trovare spazio nella discussione fra persone civili, e che invece purtroppo finiscono spesso per sostituirsi interamente ad una ragionata argomentazione. Tutto ciò è particolarmente grave quando avviene fra gente di scuola, che alla tolleranza, al rispetto delle opinioni diverse, alla creanza nei toni e nell’uso delle parole dovrebbe assegnare particolare valore e informare i suoi comportamenti, essendo chiamata a educare e formare i cittadini di domani.
Roma, 17 maggio 2015
Francesco Scrima, segretario generale Cisl Scuola