Invece di perdere tempo a misurare la maggiore o minore apertura dei sindacati (per quanto ci riguarda, inesistente), la ministra Giannini provveda immediatamente a convocare il tavolo di confronto che tutti i sindacati hanno chiesto e messo in agenda nell'incontro di Palazzo Chigi di martedì scorso. Assuma almeno su questo un ruolo da protagonista, convocandoci quanto prima al Miur. Non si può tergiversare ancora, se si vuol dare credibilità alla dichiarata disponibilità all'ascolto e al confronto. Faccia presto, perché abbiamo molte cose da dire e molte proposte da fare: il testo che si sta votando continua a lasciare irrisolti molti dei nodi che la Cisl Scuola chiede da tempo di vedere sciolti.
E non ci confonda con una generica "pubblica opinione" che farebbe fatica a capire contenuti e senso della riforma. Con noi questo problema non esiste e non è mai esistito, nemmeno quando la ministra si diceva basita per decisioni assunte a sua insaputa. Siamo prontissimi a fare l'elenco delle cose che non vanno, e anche a indicarle come possono trovare positiva soluzione. Questo, e non altro, il senso delle nostre "aperture": siamo aperti a un confronto che finora ci è stato negato, non a soluzioni pasticciate che non potranno mai avere il nostro consenso.
Non siamo mai stati condizionati, infine, dalle dinamiche della polemica politica, a noi estranee per costume e per cultura: alla politica continuiamo a chiedere soltanto che rispetti l'autonomia del sindacato, riconoscendo alle parti sociali la funzione essenziale che svolgono come trama essenziale del tessuto democratico e quella che storicamente hanno sempre svolto di promozione e sostegno a processi di autentica innovazione. L'errore più grave che ministri e governo stanno commettendo è quello di progettare e far approvare la loro riforma senza la scuola e contro la scuola. Non hanno più molto tempo per rimediare, lo usino al meglio.
Roma, 18 maggio 2015
Francesco Scrima, Segretario generale Cisl Scuola