E' arrivato oggi il via libero definitivo al provvedimento dall'aula di Montecitorio. Gli astenuti sono stati quattro. A favore del provvedimento si sono espressi Pd, Ap e Scelta civica. Alcuni esponenti della minoranza dem non partecipano al voto (*). Il testo è ora legge a tutti gli effetti ed entrerà in vigore il giorno successivo alla sua pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale, ultimo atto di una procedura che attende ora la firma del Presidente della Repubblica. Il ministro Giannini ha dichiarato: "Oggi, l'atto iniziale di un nuovo protagonismo della scuola".
Il giudizio fortemente negativo della Cisl Scuola è sintetizzato in una dichiarazione che il segretario generale Francesco Scrima ha rilasciato subito dopo il voto della Camera dei Deputati. In essa si evidenziano gli aspetti negativi nel merito e nel metodo che hanno contrassegnato il cammino di una legge rispetto alla quale non si concluderà certamente oggi la nostra mobilitazione in difesa di un'idea di scuola fondata su partecipazione, condivisione, collegialità e cooperazione. Un orientamento anche per la nostra azione nell'ambito di un rinnovo contrattuale che è la stessa Corte Costituzionale a indicare come doveroso e ineludibile.
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(*) Il voto: 5 no del PD, 4 sì dei verdiniani. Assenti 24 dem
Alfredo D'Attorre, Carlo Galli, Angelo Capodicasa, Vincenzo Folino, Giuseppe Zappulla: sono i cinque deputati del Pd che hanno votato no al ddl scuola approvato in via definitiva oggi alla Camera.
Dai tabulati del voto finale emergono anche numerosi assenti nelle file dem. Tra loro, spiega D'Attorre, "24-25 non hanno partecipato alla votazioni per motivi politici", tra loro l'ex capogruppo e leader della minoranza dem Roberto Speranza e l'ex segretario Pierluigi Bersani.
Sono quattro, invece i "verdiniani" che hanno votato a favore della riforma della Scuola, contrariamente al resto del gruppo di Forza Italia.
I 4 azzurri, vicini al senatore toscano Denis Verdini, che hanno dato il loro voto favorevole al ddl La Buona Scuola, sono D'Alessandro, Faenzi, Parisi e Mottola. D'Alessandro ha però precisato: "Non è assolutamente un voto politico, non c'entra nulla con i dissensi interni a Forza Italia, ma è una posizione personale. Io ho votato convintamente per la riforma, perché ritengo che se l'avessimo fatta noi la sinistra sarebbe salita sulle barricate e noi saremmo a festeggiare con i caroselli per strada".