A dir poco sconcertante quanto è emerso oggi dal confronto avuto al MIUR sulle supplenze del personale ATA: le 6.000 assunzioni in ruolo di cui la stessa ministra Giannini aveva dato tempo fa l’annuncio in realtà non ci saranno, e non ci saranno nemmeno supplenze di durata annuale, ma solo una provvisoria copertura dei posti in attesa di destinarli, tra qualche mese, alla ricollocazione del personale delle Province.
Davvero un bel servizio alle nostre scuole, proprio nell'anno del tanto propagandato riscatto dalle politiche restrittive del passato! Facile immaginare quale supporto potranno avere da una precarietà fatta sistema: se poi si aggiunge che i supplenti in caso di assenza non potranno essere sostituiti, si completa il quadro di una situazione che lascia allibiti e svela la falsità di tante promesse.
Non si contesta, ovviamente, il diritto del personale delle Province a una ricollocazione, ma non è per niente accettabile che ciò avvenga portando via il posto ad altri che nella scuola lavorano da anni, ai quali si è promessa una stabilizzazione oggi negata e che finiranno drammaticamente per allungare la lista dei disoccupati.
Sono oltre 10.000 i precari ATA che mandano avanti la scuola ogni anno, maturando così anche l'esperienza necessaria per far fronte a un servizio che non è un lavoro qualunque, essendo rivolto a bambini e ragazzi, spesso in situazione di disabilità, o svolto in laboratori nei quali serve sempre più specializzazione, o in segreterie dove con il decentramento si concentra la gestione amministrativa di tutto il personale.
Eliminare con un colpo di spugna questo personale significa, oltre al danno enorme della perdita del lavoro per i diretti interessati, anche gravissimi disagi per la funzionalità e il buon andamento del servizio scolastico.Roma, 6 agosto 2015
Francesco Scrima, segretario generale Cisl Scuola