La sentenza della Consulta, che ha ritenuto illegittimo il blocco dei contratti nel pubblico impiego (decisa il 24.6.2015, depositata il 23.7.2015 e pubblicata in Gazzetta Ufficiale il 29.7.2015), costringe il Governo a riaprire la stagione contrattuale.
I sindacati sono stati convocati martedì prossimo, 13 ottobre, presso l’Aran per la definizione dei comparti della contrattazione collettiva nazionale che, come previsto dall’art. 40, comma 2, del T.U. sul pubblico impiego, non potranno essere più di quattro.
E’ il primo passo per la ridefinizione pattizia delle condizioni di lavoro e per la revisione dei livelli retributivi. In questi ultimi anni le condizioni lavorative dei dirigenti scolastici sono sempre più precarie e difficili. Il mancato rinnovo del contratto, ormai scaduto da sette anni, e il susseguirsi di disposizioni prive di un chiaro disegno generale, hanno trasformato l’esercizio della professione in un percorso ad ostacoli che la legge 107/2015, anziché semplificare, ha reso ancora più critico.
I dirigenti scolastici chiedono di poter svolgere il compito loro assegnato senza essere travolti da molestie burocratiche, da adempimenti di natura amministrativa che poco o nulla hanno a che vedere con la funzione formativa delle scuole; chiedono che si ponga termine al ricorso massiccio alle reggenze e che si riconosca la complessità del loro ruolo di coordinamento e di guida unitaria dell’istituzione.
Ma le rivendicazioni sono anche più vigorose sul fronte della retribuzione, che ha subito in questi anni attacchi pesantissimi. Lo stipendio è tra i più bassi in Europa e assolutamente non coerente con le enormi responsabilità quotidiane dei dirigenti scolastici. E’ tempo che sia finalmente realizzata la perequazione di retribuzione nell’ambito della dirigenza pubblica e che siano eliminate le assurde differenze retributive interne alla dirigenza scolastica, legate alle modalità di reclutamento. Sono molte, pertanto, le questioni aperte, per le quali il ruolo della contrattazione è essenziale, elemento di garanzia che deve essere riaffermato e difeso.
Il Governo vorrebbe agire in totale autonomia persino per gli aspetti salariali, compresi quelli concernenti la retribuzione di risultato connessa alla valutazione, per la quale sembra intenzionato a procedere senza alcun confronto con il sindacato.
L’ormai prossima assemblea nazionale indetta da CISL Scuola, Flc CGIL, UIL Scuola e Snals CONFSAL che si terrà il 15 ottobre a Roma, nel salone dell'ITIS "Galilei", via Conte Verde 51, costituisce un momento importante per dire al Governo che i dirigenti scolatici non sono più disponibili a tollerare le contraddizioni di chi da un lato ne vorrebbe fare i responsabili di tutto e dall’altro, non solo non ha proceduto al doveroso rinnovo dei contratti ma persino non ha corrisposto quanto dovuto, trattenendo in tre anni, per interpretazioni discordi tra due Ministeri (MEF e MIUR), ben quasi 62 milioni di euro.
All’assemblea saranno presenti i Segretari Generali del Comparto Scuola e sarà un’occasione per tracciare le coordinate di un percorso rivendicativo complesso e per nulla facile ma che è assolutamente necessario ed urgente e che in definitiva ha per oggetto la stessa dignità professionale della dirigenza, in questi anni spesso umiliata per l’assenza di riconoscimenti sia economici che professionali.