Lunedì, 2 Dicembre, 2013 - 14:30

Nuovi chiarimenti del Ministero sul problema degli interventi per gli alunni con Bisogni Educativi Speciali. Con la nota 2563 del 22.11.2013, a firma del Capo Dipartimento Istruzione, si torna a dare indicazioni che in parte recepiscono anche alcune osservazioni fatte in sede di confronto dalla Cisl Scuola, preoccupata che la tematica in sé qualificante e fondamentale dell'inclusione possa rischiare di incanalarsi in una pericolosa deriva burocratica, di nessuna utilità e di notevole aggravio di lavoro per le scuole. In particolare aveva chiesto di evitare inutili urgenze nella tempistica e una rivisitazione dei percorsi, mettendo le scuole in condizione di operare con modalità e tempi adeguati alla complessità di questioni non riducibili alla mera compilazione di documenti. Nella nota 2563 si ribadisce, al riguardo (come già annunciato nelle precedenti precisazioni dello scorso 27 giugno), che il corrente anno scolastico - di fatto un anno di transizione e di primo avvio - sarà destinato a sperimentare e monitorare procedure, metodologie e pratiche anche organizzative. Nel rispetto del pieno esercizio dell'autonomia scolastica, si chiarisce che solo qualora nell'ambito del Consiglio di classe o del team dei docenti si concordi sulla necessità di approntare strumenti specifici, ciò potrà comportare l'adozione e quindi la compilazione di un Piano Didattico Personalizzato (PDP). E' in ogni caso da escludere che la scuola possa dar luogo a "certificazioni" degli alunni con BES, non previste nè dovute. Per quanto riguarda gli alunni con cittadinanza non italiana, si evidenzia come gli stessi abbiano soprattutto bisogno di interventi didattici relativi all'apprendimento della lingua italiana, mentre solo in via eccezionale e residuale si potrà provvedere alla redazione di un PDP. Il piano annuale per l'inclusività deve essere inteso come occasione di riflessione e di elaborazione di tutta la comunità educante per realizzare la cultura dell'inclusione, non come mero adempimento burocratico, ma come parte integrante del POF. La nota fornisce anche ulteriori indicazioni per quanto riguarda i “gruppi di lavoro per l'inclusività” e annuncia ulteriori momenti di approfondimento e di formazione; aggiunge, poi, un'opportuna precisazione, chiarendo che le indicazioni di tipo organizzativo - così come quelle relative a eventuale utilizzo del fondo di istituto - sono da ritenersi meri "suggerimenti", ferma restando l'autonoma determinazione degli organi collegiali e della contrattazione integrativa di istituto per le materie di rispettiva competenza. La nota 2563, infine, richiama la riorganizzazione complessiva - come più volte richiesto dalla Cisl Scuola - della rete dei Centri Territoriali di Supporto (CTS) e dei Centri Territoriali per l’Inclusione (CTI) ad opera delle Direzioni Regionali, così da evitare sovrastrutture che potrebbero non essere adeguatamente operative e di effettivo supporto al lavoro ed all'impegno dei docenti.

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