I telegiornali, i notiziari, le rassegne stampa di questa mattina aprona con la notizia chi del "rinvio", chi del "ritiro" della annunciata "stupefacente" riforma della scuola.
Infatti, nella serata di ieri, come scrive l'articolista Fabio Martini de La Stampa
"la gelata, davvero inaspettata: palazzo Chigi ha diffuso un comunicato ufficioso per annunciare che il provvedimento sulla scuola «slitta, ma NON salta, per evitare troppa carne al fuoco». Una retromarcia inusuale in Matteo Renzi, sempre attentissimo a non contraddirsi. Nei giorni scorso il presidente del Consiglio si era sovraesposto, annunciando che nel Cdm sarebbero state adottate misure «stupefacenti» per la scuola. Negli ultimi giorni erano via via affiorate indiscrezioni, più o meno apocrife, sulle intenzioni del premier e alla fine era emerso il progetto più hard: quello di assumere in pianta stabile centomila insegnanti precari. Progetto quantomai ardito, alla luce del costo dell’operazione (circa 3 miliardi), in un contesto di crescente difficoltà finanziaria. Certo, l’intenzione di Renzi era quello di presentare oggi in Consiglio dei ministri (e poi in conferenza stampa, l’appuntamento preferito dal premier) soltanto le linee-guida della “riforma” della scuola, una scuola più a misura di insegnante e di studente. Dunque soltanto alati progetti da mettere in pratica nel prossimo anno scolastico, senza l’obbligo di una immediata copertura. Eppure, anche quel progetto minimo è saltato.
Da quel che trapela, dal ministero dell’Economia avrebbero fatto presente che il semplice annuncio di misure corpose per la scuola (a cominciare da quella dei centomila), avrebbe innescato una doppia aspettativa, finanziaria e negli interessati, che sarebbe stato molto difficile soddisfare. Tanto più che le misure per la scuola avrebbero richiesto un intervento a breve: le risorse necessarie per il prossimo anno scolastico andavano inserite, scompaginandola, nella legge di Stabilità che il governo si è impegnato a presentare tra 32 giorni.
Ecco il commento di ieri sera del nostro Segretario generale, Francesco SCRIMA, che sottolinea, ironicamente, la capacità di "stupire" del Presidente del Consiglio:
Tanto tuonò che non piovve. Niente scuola domani in CdM (28.08.2014 22:10)
Contrordine compagni, non si parla di scuola.Tanto tuonò, che non piovve. Giunge notizia che dopo tanta esuberante enfasi di annunci, domani in Consiglio dei Ministri non si parlerà di scuola.
Prendiamo atto che Renzi tiene fede alla promessa di stupirci: la cancellazione del tema scuola dall'ordine del giorno ci lascia in effetti stupefatti, ma anche sollevati, se significa che si è accolto il saggio suggerimento di procedere con dovuta cautela su temi che non ammettono improvvisazioni. Restiamo dunque in attesa di poter valutare proposte puntualmente definite e realisticamente praticabili.
Francesco Scrima, segretario generale Cisl Scuola