Il legame tra la lingua materna e la costruzione dell’identità è intricato e inscindibile. Le parole del codice originario, della lingua degli affetti, costituiscono una sorta di pelle degli individui. La lingua materna non è infatti un vestito da togliere e abbandonare per indossarne uno più adatto, ma un involucro protettivo ed essenziale che ci definisce e ci plasma. Tullio De Mauro scrive: “La lingua materna in cui siamo nati e abbiamo imparato a orientarci nel mondo, non è un guanto, uno strumento usa e getta. Essa innerva la nostra vita psicologica, i nostri ricordi, associazioni, schemi mentali”.La madrelingua nutre dunque i nostri pensieri e rappresenta la nostra genealogia, i legami di filiazione più profondi e ancestrali. Pensare in un’altra lingua significa ri-pensare il mondo e costruire altri legami, questa volta di affiliazione.La diversità linguistica è la base del patrimonio culturale europeo. L'Unione europea ha 24 lingue ufficiali e ci sono più di altre 60 lingue regionali e minoritarie parlate nel continente.
Le lingue più parlate nell'Unione europea sono il tedesco (16%), italiano e inglese (13%), francese (12%), spagnolo e polacco (8%). Il Parlamento europeo ha chiesto la tutela delle lingue in via di estinzione e la difesa della diversità linguistica in una risoluzione in settembre 2013.
La diversità linguistica al Parlamento Europeo
I deputati hanno il diritto di utilizzare una qualsiasi delle lingue ufficiali in Parlamento. Tutti i documenti parlamentari sono pubblicati in tutte le lingue ufficiali dell'UE. Inoltre, i cittadini possono rivolgersi alle istituzioni europee in una delle lingue ufficiali dell'Unione europea e ricevere una risposta nella stessa lingua.
Il sito del Parlamento Europeo è disponibile in tutte le lingue ufficiali dell'Unione europea, come anche gli account Twitter.