L’ARAN ha pubblicato il terzo Rapporto sul “Monitoraggio della contrattazione integrativa, Anno 2013“.
Il Rapporto, presentato annualmente al Dipartimento della funzione pubblica, al Ministero dell’economia e delle finanze nonché ai comitati di settore, fornisce informazioni interessanti sull’applicazione delle limitazioni introdotte dal D.lgs 150/2009 sulle materie oggetto di contrattazione e, più in generale, sul rapporto tra contratti collettivi nazionali e contratti integrativi.
Nel comparto scuola, la rilevazione è stata condotta su base campionaria e ha tenuto conto della distribuzione geografica e della dimensione degli istituti. Come è noto, rispetto alle altre amministrazioni, i livelli di contrattazione sono ben quattro: Aran, nazionale in sede Miur, regionale e, infine, di istituto.
Se solo il 2% degli istituti svolge attività negoziale distribuita in più contratti, evidenziando il dato più basso rispetto alla maggioranza degli altri comparti, la tempistica della stipula riflette le difficoltà che lo scorso anno sono derivate dalla continua ridefinizione dell’ammontare del Fondo di Istituto, a causa di interventi di legge o contrattuali. Infatti, ben 119 contratti sui complessivi 164 esaminati, sono stati sottoscritti nel secondo trimestre dell’anno.
L’ARAN rileva inoltre che il 33,9% delle materie trattate risulta in realtà non contrattabile, o perché sottratte dalla norma all’alveo della contrattazione o perché si affrontano anche in contrattazione di istituto le materie di esclusiva competenza della contrattazione integrativa regionale. Infine, il 9% dei contratti monitorati sono stati inviati senza la relazione illustrativa e il 7% erano privi di relazione tecnico-finanziaria.