Giovedì, 3 Ottobre, 2019 - 09:45
Intesa MIUR, precari
Le intese non si fanno nel vuoto

Una corretta valutazione dell’intesa sottoscritta il 1° ottobre al MIUR può essere fatta solo tenendo conto delle diverse posizioni che si sono confrontate durante un negoziato lungo e complesso, nel corso del quale la parte pubblica si è sempre mostrata molto articolata al suo interno, come dimostrato dalla formula “salvo intese” con cui il Consiglio dei Ministri del 6 agosto aveva licenziato il decreto Bussetti. Poi è sopravvenuta una crisi di governo, risolta con la formazione di un nuovo Esecutivo e conseguenti avvicendamenti al vertice del ministero dell’istruzione. In questo scenario, dal quale sarebbe quanto meno irrealistico prescindere, è ripresa subito dopo il suo insediamento la trattativa col ministro Fioramonti, volta a ottenere risultati concreti e immediati su due obiettivi di fondo:

  • dare opportunità di stabilizzazione del rapporto di lavoro al più alto numero possibile di precari non abilitati con una procedura straordinaria di reclutamento, come già avvenuto per i docenti della scuola primaria e dell’infanzia
  • individuare in via strutturale, e non solo transitoria, percorsi per il conseguimento dell’abilitazione cui possa accedere chi dispone di consistente esperienza di lavoro, in alternativa al superamento di un concorso ordinario che oggi rappresenta, per la secondaria, l’unico canale abilitante
Obiettivi e strumenti

L’intesa sottoscritta col Ministro risponde a entrambe le esigenze poste dai sindacati, pur se l’attuazione dei contenuti è affidata a strumenti legislativi diversi, questione su cui si è concentrata la parte finale del negoziato, nella quale ci si è misurati con la forte determinazione del MIUR a limitare l’intervento per decreto alle sole questioni di accertata necessità e urgenza.
Per questo, ad esempio, la proposta iniziale del Ministro è stata di rinviare a un disegno di legge delega il tema dei percorsi di formazione iniziale e di abilitazione, proposta poi ulteriormente precisata con l’indicazione – esplicitamente ripresa nel testo dell’intesa - che si tratterà di un disegno di legge collegato alla legge di bilancio, quindi gestibile entro scadenze più ravvicinate.

Abilitazione non solo per i vincitori

La soluzione prefigurata nell’intesa, per le modalità con cui sarà strutturato il concorso straordinario, consentirà a chiunque superi la prova iniziale, anche non risultando vincitore, di accedere a una procedura per conseguire l’abilitazione assai più rapida e meno onerosa di quanto sarebbero avvenuto in altre possibili ipotesi. La risposta che nell’immediato si dà a un’esigenza fortemente avvertita fra il personale precario diventa anche un preciso orientamento per quelle soluzioni “a regime” affidate a un disegno di legge i cui contenuti saranno definiti dal Ministro in esito a “un confronto approfondito con le organizzazioni sindacali”.
Si delinea in sostanza – e non era affatto scontato - la prospettiva di procedure abilitanti che tengano conto e valorizzino adeguatamente, anche rispetto ai requisiti di accesso, l’esperienza di lavoro acquisita. Tutto ciò non solo eccezionalmente in una fase transitoria, ma nell’ambito di una disciplina strutturale dei percorsi di formazione e di abilitazione del personale docente.

Com’è strutturato, e perchè, il concorso straordinario

Sulle modalità di svolgimento del concorso straordinario, l’intesa è frutto di una mediazione rispetto all’assoluta indisponibilità del MIUR a soluzioni che non prevedessero una selezione in ingresso. Da qui l’individuazione di una prova scritta “computer based

Categoria: