"Se per superare questa prova l’Italia ha bisogno di muoversi con unità di intenti, la scuola potrà dare un contributo decisivo anzitutto proponendosi e agendo come una vera e autentica comunità professionale. Dove tutti e ciascuno sappiano mettere in primo piano non l’affermazione di sé e del proprio ruolo, ma la volontà di cooperare, sempre e ancor più in una situazione particolarmente difficile, nella quale bisogna far coesistere la tutela della salute di studenti, insegnanti e educatori, personale ATA, dirigenti e la salvaguardia del diritto allo studio, anche in una situazione di prolungata sospensione delle attività. Un compito arduo, per affrontarlo serve agire con quella 'unità di intenti' cui ci richiamano in senso più generale le parole del Presidente Mattarella". Questo un passaggio della lettera che Maddalena Gissi indirizza oggi a tutte le iscritte e gli iscritti CISL Scuola, sottolineando il carattere straordinario dell'impegno cui è chiamata in questi giorni la scuola insieme a tutto il Paese per affrontare e superare l'emergenza coronavirus, per tutti un'assoluta priorità.
La segretaria generale esprime fra l'altro profonda gratitudine al personale del servizio sanitario, impegnato in prima linea in una difficilissima battaglia.
Richiama infine la necessità di una riflessione su aspetti che in questa situazione acquistano più evidenza, come il fatto che il peso dei carichi familiari continui a gravare in modo prevalente sulle donne: anche nel contesto del nucleo familiare, "raccogliere l’invito a fare più comunità può essere il modo giusto di celebrare una ricorrenza come l'8 marzo, dandole davvero importanza e significato".
Roma, 7 marzo 2020
A tutte le iscritte e gli iscritti CISL Scuola
Carissime, carissimi,
sono giorni difficili, dove anche le parole non riescono a rappresentare i mille pensieri che attraversano le nostre lunghe giornate.
La nostra mente è dominata soprattutto da questioni con cui probabilmente nessuno di noi avrebbe immaginato di doversi misurare. Per la loro dimensione planetaria, per la particolare virulenza di un contagio la cui diffusione non è facilmente controllabile, per i contraccolpi che si stanno determinando sulla nostra economia, riproponendo scenari di crisi dai quali già faticavamo a uscire, per i tanti lavoratori e lavoratrici dei settori privati che stanno perdendo i loro punti di riferimento e le loro imprese, forzatamente chiuse e pronte per le liquidazioni fallimentari, per la percezione di un allarme che tende facilmente a sfociare in vera e propria psicosi.
Faccio mie le parole, come sempre sagge e illuminate, del nostro Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella: “L’Italia sta attraversando un momento particolarmente impegnativo… che richiede coinvolgimento, condivisione, concordia, unità di intenti”. E prendo a prestito anche quelle di Eraldo Affinati, che ieri su Avvenire così ha scritto: "La scuola, anche se chiude e si trova quindi costretta a organizzare (dove può e per quanto si può) una didattica a distanza utilizzando gli strumenti informatici, deve tornare a recitare il ruolo che più di ogni altro la contraddistingue: far passare ai ragazzi e, attraverso di loro, alle famiglie, il concetto operativo del bene comune da costruire insieme".
Grazie allora, anzitutto, al personale docente, ATA e dirigente che in questi giorni sta facendo il possibile perché non accada che il nostro Paese si ritrovi di fatto privato della sua scuola. Se per superare questa prova l’Italia ha bisogno di muoversi con unità di intenti, la scuola potrà dare un contributo decisivo anzitutto proponendosi e agendo come una vera e autentica comunità professionale. Dove tutti e ciascuno sappiano mettere in primo piano non l’affermazione di sé e del proprio ruolo, ma la volontà di cooperare, sempre e ancor più in una situazione particolarmente difficile, nella quale bisogna far coesistere la tutela della salute di studenti, insegnanti e educatori, personale ATA, dirigenti e la salvaguardia del diritto allo studio, anche in una situazione di prolungata sospensione delle attività. Un compito arduo, per affrontarlo serve agire con quella “unità di intenti” cui ci richiamano in senso più generale le parole del Presidente Mattarella.
Ieri era il giorno nel quale si sarebbe dovuto svolgere il nostro sciopero, per le ragioni che sapete e che restano tutte presenti, nonostante una revoca decisa per senso di responsabilità rispetto a un’emergenza che deve oggi rappresentare per tutti, dunque anche per noi, un’assoluta priorità. Sui temi oggetto della nostra mobilitazione abbiamo lavorato intensamente, anche in queste ore: noi non abbandoniamo i nostri obiettivi, anche se non può essere questo il momento del conflitto. Ricordiamo piuttosto anche all’amministrazione che il dialogo e la condivisione sono parte essenziale di quel modello di comunità spesso richiamato nei suoi interventi anche dalla Ministra Azzolina.
Voglio riproporre a tutti voi un’immagine alla quale faccio spesso riferimento: la squadra. Oggi più che mai la scuola e tutte le sue componenti devono sentirsene parte; un gruppo tenace, capace di affrontare una sfida difficile ma non impossibile. Il mondo intorno a noi ci osserva e aspetta la ripresa della normalità perché ne ha tanto bisogno.
La scuola può rappresentare la normalità, con i suoi cancelli aperti per poter avere notizie e attingere informazioni; con una strategia didattica innovativa che apre al contatto, anche se virtuale, per non interrompere le relazioni e i rapporti umani. Resta per noi l’altissimo esempio della scuola di Don Milani, quella che sapeva interpretare i bisogni e che voleva stare accanto agli ultimi.
È segno di grande responsabilità l’esperienza che tanti docenti si accingono ad affrontare, alcuni per la prima volta. Emerge ancora una volta la grande generosità dei tanti che si sono immediatamente adoperati per tutte le scolaresche, sperimentando modelli nuovi e aprendo alla cooperazione tra pari per imparare anche velocemente.
Non è il tempo delle divisioni e degli egoismi. La scuola saprà svolgere fino in fondo il suo compito, far fiorire intelligenze, agendo per questo tutti insieme, docenti, Ata, dirigenti scolastici.
Il sorriso della collaboratrice scolastica in un paesino che ha solo la scuola come istituzione pubblica è talvolta più importante della parola pronunciata da un rappresentante politico; l’autorevolezza del dirigente è il segno che c’è un riferimento a garanzia della ripresa; la passione del precario è la conferma che per incontrare belle professionalità non serve attendere sofisticate selezioni.
Io penso agli iscritti Cisl Scuola così e non in altro modo: brave persone, seri professionisti, figure responsabili ed equilibrate. E di questo posso dire sono certa e per questa vostra coerente appartenenza, vi sono grata.
Grazie anche a tutta la dirigenza territoriale e regionale della nostra organizzazione, che con generosità, coraggio e responsabilità continua a garantire anche in questi giorni il proprio servizio prezioso in ogni parte d’Italia.
Grazie infine, e soprattutto, alle donne e agli uomini che questa battaglia la stanno combattendo in prima linea, nelle strutture sanitarie e ospedaliere, con dedizione a dir poco straordinaria. Dedico a loro un particolare pensiero: la sanità, come la scuola, prende in cura e affronta le fragilità del Paese, per questo la nostra presenza attiva in tutto il territorio nazionale è determinante. Siamo dei grandi alleati, ma in questa occasione sono senz’altro loro i più esposti, i più vulnerabili. Esprimo allora profonda gratitudine al personale che opera nel settore sanitario, lo faccio a nome mio e di tutta la Cisl Scuola.
Nei momenti di crisi si maturano consapevolezze nuove e se ne accentuano altre cui voglio rivolgere un’ultima considerazione. Domani è l’8 marzo, festa della donna. In queste ore sta diventando ancor più chiaro a tutti come nella gestione dei carichi familiari siano ancora oggi le donne ad assumersi i pesi maggiori, non di rado con una sproporzione evidente. Tra le condotte personali cui sono affidate in parte non trascurabile le chance di un efficace contrasto al contagio, si trovi spazio per aggiungere anche un maggiore impegno a condividere con le donne gli impegni che comporta la convivenza di un nucleo familiare. Anche in quel contesto raccogliere l’invito a fare “più comunità” può essere il modo giusto di celebrare una ricorrenza dandole davvero importanza e significato.
La nostra segretaria generale Annamaria Furlan ci ha invitato qualche giorno fa a non cedere alla paura e a “dare tutti un contributo straordinario di servizio e di disponibilità in questo momento di emergenza nazionale”.
Noi questo contributo continueremo a darlo, giorno dopo giorno. Potete contarci.
Maddalena Gissi