Non sorprendono più di tanto i dati del rapporto INVALSI 2021, che evidenziano come la pandemia abbia avuto ricadute importanti anche sui livelli di apprendimento nelle fasce d’età su cui, come di consueto, viene condotta annualmente l’indagine. Era inevitabile che ciò accadesse, in un contesto segnato da lunghi periodi di sospensione delle attività in presenza, nei quali la didattica a distanza si è rivelata un rimedio solo parziale, nonostante il grande sforzo messo in atto dal mondo della scuola. Può essere casomai sorprendente quanto emerge dall’indagine circa il sostanziale mantenimento dei risultati, rispetto agli anni precedenti, nelle classi della scuola primaria: frutto anche, probabilmente, del fatto che la primaria ha lavorato molto di più in presenza rispetto alla secondaria, ma varrebbe la pena chiedersi, come ha fatto del resto lo stesso Ministro Bianchi, se ciò non sia anche legato ai modelli e agli stili della didattica che caratterizzano quel grado di scuola.
La lettura dei dati INVALSI conferma peraltro consuete fragilità e criticità di un sistema che fatica a intervenire efficacemente e in modo risolutivo su squilibri già tristemente noti, quelli che vedono penalizzate le situazioni di maggior disagio socio economico, sia in ambito familiare che territoriale. Sappiamo bene che si tratta di problemi non generati dalla pandemia, che li ha tuttavia resi ancor più evidenti e gravi, come ci confermano i dati INVALSI. Allora forse vale la pena andare oltre l’analisi e il commento di quei dati, puntando invece l’attenzione su ciò che va messo in campo per dare immediate risposte a ciò che dai dati stessi emerge: ridare al sistema di istruzione la sua funzione di ascensore sociale, eliminare o almeno ridurre disparità così accentuate, selezionando e finalizzando opportunamente le azioni interventi necessarie. Sono gli obiettivi su cui da subito delineare una strategia efficace di intervento e di investimento, utilizzando al meglio le risorse del PNRR e attuando coerentemente ciò che prevede il Piano per la scuola al centro del Paese.
15 luglio 2021
Maddalena Gissi, segretaria generale Cisl Scuola