Proseguono le trattative per la definizione del Contratto Integrativo Nazionale per l’attribuzione del Fondo unico nazionale della dirigenza scolastica in relazione al nuovo sistema nazionale di definizione delle fasce di complessità delle scuole. Nell’incontro di oggi, 24 maggio, sono state esaminate le modifiche introdotte nella bozza del testo contrattuale. Il periodo di assenza necessario per la disposizione della reggenza è stato ridotto da più di sessanta a più di trenta giorni, è stato semplificato il testo sugli incarichi aggiuntivi e sono state meglio chiarite le modalità di riparto del FUN. Per quanto riguarda i dirigenti scolastici all’estero, la CISL Scuola ha chiesto che sia richiamato integralmente il relativo testo del CCNL: ogni intervento di modifica rilustrerebbe infatti poco sostenibile, visto che il CIN non può emendare quanto previsto dal CCNL.
L’Amministrazione ha fornito l’informazione sulla quantificazione del FUN che per l’anno scolastico 23/24 ammonterà a 376.070.015,69 euro lordo Stato e ha comunicato che gli Uffici Scolastici Regionali hanno validato i dati raccolti circa gli indici di complessità delle istituzioni scolastiche, attribuendo i punteggi. Tutte le scuole hanno risposto alla rilevazione e i dati sono abbastanza consolidati. Tuttavia, saranno resi pubblici e le istituzioni scolastiche avranno un breve periodo di tempo per controllare e, se necessario, chiedere di correggere eventuali errori.
L’Amministrazione ha inoltre presentato una nuova proposta per la "pesatura" della complessità delle istituzioni scolastiche. In questa ipotesi, sempre articolata in tre fasce, il 21,76% delle scuole si troverebbe in fascia A, il 62,10% in B e in C il 16,15%. Nella precedente ipotesi questi indici erano rispettivamente 29,40%, 41,66% e 28,94%. Le retribuzioni di posizione parte variabile sarebbero di 21.600, 17.500 e 13.500 euro annui. Come si vede è una soluzione che valorizzerebbe maggiormente le scuole nelle fasce A e B.
La CISL Scuola ha chiesto, insieme ad altre organizzazioni sindacali, un tempo maggiore per esaminare i dati e verificare l’impatto delle due ipotesi prospettate. In ogni caso è prevista una clausola di salvaguardia per eventuali decurtazioni della retribuzione di posizione parte variabile per tutta la durata del contratto individuale in essere e il Ministero si è impegnato a riconoscere una priorità nel mutamento di incarico per coloro che, giunti nell’agosto 2023 a scadenza del triennio di incarico, potrebbero avere una riduzione retributiva a causa dell’applicazione del nuovo sistema di pesatura della complessità delle istituzioni scolastiche.
Il prossimo incontro è stato fissato per mercoledì 31 maggio e sarà probabilmente decisivo per giungere alla firma del CIN. Si tratta di un risultato fortemente aupsicabile perché, per la prima volta dopo decenni, i dirigenti scolastici conoscerebbero esattamente la retribuzione di posizione parte variabile spettante per ciascuna scuola, prima di affrontare le operazioni di mutamento di incarico. Inoltre, sarebbe possibile dare stabilità alla retribuzione di posizione ed ottenere per la stragrande maggioranza dei dirigenti un incremento retributivo, al di là di quello che deriverà dalle trattative del CCNL.