La Cisl sta seguendo nella vertenza sul ddl di riforma della scuola una linea chiara e coerente, segnata dagli obiettivi individuati unitariamente e dalle iniziative di mobilitazione unitariamente messe in campo per conseguirli. Del tutto pretestuoso e strumentale il tentativo di accreditare inesistenti “cambi di rotta”, attraverso letture distorte e fuorvianti di un’intervista nella quale non vi è alcuna presa di distanza, e ancor meno smentita, rispetto al percorso che unitariamente si sta seguendo nel confronto in atto col governo per ottenere sostanziali modifiche al ddl in discussione alla Camera.Chiedere che le prerogative del dirigente si esercitino in modo condiviso, valorizzando le sedi contrattuali e partecipative, salvaguardando ruoli e competenze degli organi collegiali e dei soggetti che rappresentano i lavoratori e l’utenza; chiedere che il piano di assunzioni si estenda anche ai lavoratori precari oggi non rientranti nella platea dei destinatari; chiedere che nella valutazione dei docenti non intervengano studenti e genitori; chiedere che nella distribuzione di risorse alle scuole si privilegino attraverso criteri contrattati quelle operanti nelle aree di maggior disagio, significa riproporre punti essenziali della piattaforma di uno sciopero, quello del 5 maggio, il cui valore è ribadito con forza in chiusura dell’intervista “incriminata”.