Sono state pubblicate le nuove Linee guida per l’integrazione degli alunni stranieri. Il documento, che rinnova la precedente stesura del 2006, offre un’importante rassegna di indicazioni e di soluzioni didattiche che fanno tesoro delle buone pratiche messe in atto in questi anni. Nel suo complesso costituisce un nuovo punto di riferimento per l’azione delle scuole e si inserisce nell’alveo dei provvedimenti che in questi anni hanno sottolineato la particolare attenzione programmatica verso le pratiche inclusive del nostro sistema scolastico.
La revisione delle precedenti Linee guida si è resa necessaria perché il quadro normativo ha subito dal 2006 ad oggi modifiche importanti e per il fatto che il fenomeno dell’immigrazione ha assunto una diversa configurazione. In particolare si registra un forte aumento degli alunni con cittadinanza non italiana nati in Italia, mentre si riduce il numero dei neo arrivati.
Tra i fenomeni di maggior rilievo vi è lo sviluppo della scolarizzazione nel secondo ciclo, con un consistente aumento di studenti stranieri iscritti nella scuola secondaria di secondo grado, ove prevedibilmente si addenseranno nei prossimi anni le maggiori criticità. A tal proposito le Linee guida forniscono indicazioni volte ad evitare fenomeni di “segregazione formativa” che si manifestano ad esempio con la concentrazione degli alunni stranieri nei percorsi di formazione professionale. Ulteriore tema è poi il rispetto della quota del 30% nella formazione delle classi, già previsto dalla C.M. n. 2/2010 e notoriamente problematico soprattutto in alcune realtà territoriali. Le linee guida identificano alcune soluzioni nell’azione di coordinamento degli Usr, nella revisione dei bacini d’utenza utilizzati dalle scuole per le iscrizioni, nella opportuna modulazione delle attività di orientamento e delle modalità di accesso alle scuole dell’infanzia. Rimane però centrale la costruzione di una larga condivisione con i genitori italiani e stranieri.
Nel testo sono particolarmente sottolineati alcuni punti cruciali nell’inserimento degli alunni stranieri.
Tra questi le attività di sostegno linguistico che costituiscono una delle chiavi per un’inclusione efficace. Nel richiamare la specificità dell’insegnamento della lingua italiana come lingua seconda, si suggerisce, nella prima fase di inserimento, di prevedere 8/10 ore settimanali per 3/4 mesi di insegnamento, anche grazie alla collaborazione di Enti Locali e con progetti mirati. Ma è comunque essenziale l’inserimento nella classe di appartenenza e l’uso di laboratori linguistici, secondo un metodo integrato. Va da sé che sulla concreta fattibilità di questi interventi è lecito nutrire qualche dubbio, dal momento che le scuole sono costrette a fare i conti con risorse di organico a stento sufficienti a coprire il fabbisogno ordinario e considerato lo scarso apporto che ci si può attendere dagli enti locali, visto lo stato di difficoltà in cui versano specie nelle aree territoriali di più marcata criticità.
Le Linee guida dettagliano le fasi del sostegno linguistico e sollecitano inoltre, anche nei confronti dei genitori degli alunni stranieri, l’uso di facilitatori come ad esempio materiali plurilinguistici o la presenza di mediatori linguistici nei rapporti con la scuola.
Ulteriori indicazioni sono inoltre fornite per la valutazione degli alunni stranieri, con l’affermazione dell’equivalenza rispetto a quella degli alunni italiani e nello stesso tempo della necessità di prestare attenzione “alla cultura, alla storia e alle competenze in italiano di ciascun alunno”, adattando gli strumenti e le modalità della valutazione stessa.
Infine non mancano richiami alla formazione dei docenti ed alla necessità che il tema dell’inserimento degli alunni stranieri sia affrontato in un’ottica di interculturalità ed entro una logica di costruzione di reti anche non solo strettamente territoriali.