Tre giorni fa l’annuncio nientemeno che di una “conferenza nazionale sulla scuola”, oggi il "contrordine compagni": sulla legge di riforma il Premier dice di voler “tirare dritto”, portandola ad approvazione in tempi così rapidi da risultare incompatibili con quelli di una consultazione vera. Se poi la conferenza, come riportato sulla stampa, fosse pensata come occasione per spiegarci quello che nel frattempo il governo avrà deciso, non avrebbe per noi alcun interesse né utilità.
Le aperture al confronto, sia pur condite col solito grazioso ricatto sulle 100.000 assunzioni usate per estorcere il consenso su scelte sbagliate, cederebbero dunque il passo a quel decisionismo arrogante con cui si è costruita pezzo dopo pezzo una riforma che l’intero mondo della scuola chiede da tempo di cambiare profondamente.